martedì 20 marzo 2007

Un luogo sbagliato per il Museo della Shoah






Disse Veltroni il 25 aprile 2004: "Verrà bandito un concorso per scegliere il migliore architetto del mondo". Un anno dopo viene annunciato che a costruire il Museo saranno gli architetti Luca Zevi e Giorgio Tamburini.

E chi sono?

Beh, il primo è figlio d'arte: suo padre, dal quale ha preso il cipiglio severo, era Bruno Zevi, storico e critico dell'architettura. Sua madre è Tullia Zevi, figura di spicco dell'ebraismo italiano. Lui è responsabile culturale della comunità ebraica romana. Un nome importante, sicuramente, ma sarebbe difficile sostenere che l'arch. Zevi sia il 'migliore architetto del mondo'. La sua biografia ci dice che si è laureato nel '76 e che ha svolto un'intensa attività progettuale (tra cui, il caso vuole, anche il progetto preliminare di un Museo delle Intolleranze e degli Stermini a Roma), ma ha costruito davvero pochino: tra i suoi progetti realizzati il significativo - ma bruttino - "Memoriale ai Caduti del bombardamento di S. Lorenzo del 19 luglio 1943", sempre nel Quartiere di S. Lorenzo a Roma.

Quanto a Giorgio Tamburini... ma non era lo stesso direttore dei lavori del palazzone che, dopo anni di lotte e di ricorsi, stava per essere costruito nel 2004 proprio a ridosso della casina delle Civette?

E soprattutto: si è mai fatto un concorso ? Pare proprio di no. Possiamo chiedere dunque come si è arrivati alla designazione dei due progettisti? E' una domanda alla quale un'amministrazione democratica e trasparente dovrebbe rispondere...

E adesso vediamo il progetto: "La costruzione sarà di tre piani, di cui uno seminterrato, per non dare ombra ai palazzi circostanti. In tutto 10 metri d'altezza su circa 1.300 metri quadrati di base, che ne svilupperanno circa 2.500 di spazi calpestabili, per mostre permanenti e temporanee, percorsi audiovisuali, una sala conferenze di 150 posti, una biblioteca. All'esterno si presenterà come un parallelepipedo nero e lucido con un’enorme facciata liscia incisa dai nomi degli ebrei italiani deportati nei campi di concentramento dai nazisti".

Facciamo un po' di conti? 10 metri quadrati in elevazione, più almeno cinque in interrato = 15 metri di altezza x 1.300 mq di superficie... fa 19500 mc. Quasi ventimila metri cubi di cemento e si ha il coraggio di dire che sarà una struttura a basso impatto ambientale?

L'inaugurazione è prevista per il 16 ottobre 2008, sessantacinquesimo anniversario della deportazione degli Ebrei Romani del 1943. Visto quante volte sono stati inaugurati l'Auditorium e il Museo dell'Ara Pacis, la data è puramente indicativa: non vuol dire che i lavori saranno davvero finiti per quel giorno. Ma questa volta i lavori potrebbero iniziare sul serio, visto che la contesa di campanile con Ferrara, città che, anch’essa, voleva ospitare una museo nazionale dell'Olocausto, si è risolta a favore di Roma.

Il museo della Shoah della Capitale, infatti, oltre a ricevere l’appoggio di una delle comunità ebraiche più antiche e più numerose d’Europa ha anche delle caratteristiche simboliche che non potevano essere trascurate. La sua sede, ad esempio, sorgerà all’interno del parco di Villa Torlonia (entrata in via Alessandro Torlonia) a pochi metri di distanza dalla dimora storica di Mussolini. Una vicinanza voluta quasi come un contraltare della storia.

Quanto al progetto, probabilmente Bruno Zevi si sta voltando nella tomba vedendo il tronfio monumentalismo di suo figlio. Un parallelepipedo nero di dieci metri è già brutto di suo. Quanto a scolpire i nomi dei caduti sulle pareti, l'idea non è affatto originale, visto che è stata già tentata al Vietnam Veterans Memorial di Washington, e più volte replicata. In effetti la sensazione di 'deja vu' è fortissima: pare di vedere una riedizione, in forma ridotta e assai più lugubre, del Monumento ai Caduti delle Fosse Ardeatine (il quale però ha più spazio intorno).

Ma soprattutto, non occorre essere dei geni dell'urbanistica per capire che il luogo dove dovrebbe atterrare questo disco volante è del tutto inadatto: già in Via Torlonia gli autobus passano a fatica, cosa succederebbe se un solo torpedone turistico con una scolaresca tentasse di parcheggiare?