Villa Torlonia, abbattuti 19 alberi: «Pericolosi e a rischio caduta»
di Manuela Pelati
Si tratta di 4 pini domestici, 4 lecci, 10 robine e 1 castagno trovati in classe D, cioè il rischio più alto. Saranno piantati 60 nuovi alberi a gennaio 2026
Pericolosi e a rischio caduta. Sono diciannove gli alberi abbattuti dal Campidoglio mercoledì 10 dicembre a Villa Torlonia. Si tratta di 4 pini domestici, 4 lecci, 10 robine e 1 castagno. La decisione è stata presa dopo dopo che gli agronomi hanno verificato la stabilità di ogni albero della Villa e ne hanno trovati 19 in classe di cedimento D, cioè il livello di rischio più alto.
Autorizzazioni
Prima di procedere sono state ottenute tutte le autorizzazioni necessarie dalla Soprintendenza e dal Dipartimento Tutela Ambiente. Gli abbattimenti sono iniziati in autunno, in modo tale da poter piantare subito nuove specie. Il progetto di ripristino del Parco, elaborato dal Comitato Tecnico (Sovraintendenza, Dipartimento Ambiente e Zètema) prevede la messa a dimora di 60 nuovi alberi di diverse specie, si tratta di 17 Quercus ilex, 4 Pinus halepensis, 6 Pinus Pinea, 10 Cupressus sempervirens, 2 Cedrus Libani, 4 Castanea sativa, 8 Diospyros kaki, 6 Robinia hispida 1 Paulownia spp, 1 Cerci siliquastrum e infine 1 Olea sylvestris. Il progetto sarà completato entro il 30 gennaio 2026.
Articoli richiamati:
Alberi a Roma, il direttore capitolino del Verde: «Mappati 207 mila dei 340mila presenti»
di Manuela Pelati
22/10/25
Valerio Sarcone ha spiegato gli interventi del Campidoglio durante la Commissione Ambiente guidata dal consigliere dem Marco Palmieri
Alberi abbattuti perché malati e a rischio caduta, le cure per la cocciniglia, le nuove piantumazioni. La gestione degli alberi di Roma è stata al centro dell’audizione di mercoledì mattina della Commissione capitolina Ambiente, presieduta da Giammarco Palmieri, riunione sollecitata per avere trasparenza sugli interventi che sta effettuando il Campidoglio sugli alberi. Sono molte infatti le proteste dei cittadini e ambientalisti sugli abbattimenti degli alberi. «Nella piattaforma Green Spaces sono stati mappati circa 207mila dei 340mila alberi presenti, molti già dotati di scheda di valutazione» ha detto Valerio Sarcone, neo-direttore ad interim della Direzione Gestione territoriale ambientale e del Verde, che ricopre anche il ruolo di direttore per le Emergenze e Grandi Eventi della Protezione Civile di Roma Capitale. Il progetto è iniziato da pochi mesi e richiederà aggiornamenti costanti e investimenti.
Le accuse dell'opposizione
I consiglieri Daniele Diaco (M5S) e Nando Bonessio (Verdi) hanno lamentato la difficoltà di accesso ai dati del bilancio arboreo degli ultimi quattro anni (novembre 2021 - settembre 2025), tra alberi abbattuti, persi e nuove piantumazioni. Richiesta trasparenza, anche con dati geolocalizzati.
Sarcone ha detto che sul sito del Dipartimento Tutela Ambientale sono già disponibili report settimanali sugli interventi svolti, sia in economia che in appalto. Gli interventi sono pianificati su base semestrale, per ciascun Municipio, in base a potature, abbattimenti e nuove piantumazioni.
Infine, Sarcone ha annunciato l’impegno a rendere disponibili i dati del bilancio arboreo appena saranno completi e validati. È pronta una maschera per la consultazione pubblica, ma servirà tempo per garantire dati affidabili e aggiornati da parte degli uffici competenti.
Roma, il pericolo degli alberi per traffico e viabilità: 70mila sono da potare
di Andrea Arzilli
L’1 ottobre via agli interventi più urgenti: si parte da viale Giotto. Ecco tutte le strade interessate
Alberi, potature e pericolo cadute: primo intervento in viale Giotto (foto Giuliano Benvegnù)
29/10/25
Si comincia dopodomani da viale Giotto, zona Ostiense, «dove già quest’estate ci sono state criticità a causa della caduta di molti rami», spiega un giardiniere del Servizio comunale. Poi via Germanico, via Boncompagni, buona parte del reticolo stradale di Centocelle, viale Alessandrino, via della stazione di San Pietro, via Santa Maria delle Fornaci, via di Valle Aurelia e, in serie, altri pezzi di città fino a coprirla tutta il più velocemente possibile.
Il primo ottobre parte il piano potature che, entro il 30 marzo 2026, si pone l’obiettivo di controllare e mettere in sicurezza 70 mila alberi della Capitale partendo da quelli più urgenti e potenzialmente rischiosi. Ma tenendo sempre presente la ratio attraverso la quale praticare gli interventi: si segue la logica della foliazione, ovvero si dà agli alberi il tempo di spogliarsi dalla foglie per portare a termine il ciclo stagionale, dopodiché si passa con cesoie e motoseghe. E quindi primi tagli su querce, sughere, lecci e pini, cioè le «sempreverdi», poi si procede con ligustri e peri fino all’ultima tranche di potature da destinare agli alberi che si devono spogliare, come platani, pioppi e tigli.
«Anni di incuria»
«La cura del nostro patrimonio vegetazionale e arboreo è quotidiana e caratterizza ogni stagione — dice Sabrina Alfonsi, assessora all’Ambiente del Comune —. Monitoraggi, trattamenti, endoterapie, potature, messe a dimora e, quando è inevitabile per la sicurezza delle persone, abbattimenti. Il bilancio arboreo è pacificamente in attivo. Più di 35 mila alberi messi a dimora a fronte di un numero di abbattimenti di gran lunga inferiore. Diminuiscono i sinistri del verde e le cause civili e penali che i cittadini facevano a migliaia contro l’amministrazione per cadute e schianti. I nostri giardinieri potano con regolarità e programmazione migliaia di alberi ogni stagione. Dopo anni di abbandono ed incuria, si iniziano a vedere i frutti del nostro lavoro».
Tocca fare presto e bene: 20 mila alberi da potare subito
Tutte operazioni da ultimare nei tempi e con precisione chirurgica per evitare che ci pensi l’autunno a tagliare i rami secchi, spesso e volentieri facendoli volare sulle auto in transito o, peggio, sulla testa dei cittadini. Per questo la prima fase del piano è anche la più delicata: tocca fare presto per mettere in sicurezza subito almeno un terzo (circa 20 mila) degli alberi sui quali si è programmato l’intervento, questioni collegate all’incolumità pubblica.
In realtà, comunque, sono essenzialmente due i motivi che danno alle potature un peso strategico sulla vivibilità cittadina: il primo è legato alle condizioni metereologiche che potrebbero dare un’accelerata al deperimento naturale delle piante dato che tutte rischiano di perdere pezzi sotto le intemperie, soprattutto il vento; il secondo, invece, riguarda il contesto in cui il piano deve trovare attuazione, quindi una città già messa a dura prova da traffico e cantieri.
Possibile aggravio del caos traffico
A dicembre dello scorso anno — per fare solo un esempio, ma la stessa situazione è stata vissuta in molti quartieri — per controllare e poi potare i grandi platani nel tratto della Nomentana tra viale regina Margherita e Porta Pia, una piccola porzione delle 600 piante distribuite su tutta l’arteria fondamentale per l’intero quadrante , ci sono voluti circa 40 giorni e una serie imprecisata — ma di numero certamente superiore a quaranta — di ingorghi. Col risultato di una parte di città in ginocchio perché, giustamente, i giardinieri del Comune dovevano portare a compimento la loro opera.
Ecco, a fronte del piano pronto a partire con 70 mila alberi nel mirino, lo scenario potrebbe addirittura peggiorare visto che, in tutta Roma, fioccano cantieri e cartelli di lavori in corso. Già oggi il caos traffico regna sovrano, insomma, figuriamoci se alcune strade vengono chiuse per permettere a mezzi e maestranze inviate dall’Ambiente del Campidoglio di prendersi cura di tante alberature.
I primi interventi
E, in questo senso, i fronti che si aprono sono tantissimi: dopo viale Giotto e il lavoro su via Germanico, mercoledì, ci sono da chiudere gli interventi in via Pisino (60 alberi tra ligustri, aceri e frassini), via Tempesta (71 tra lugustri, prunus e magnolie), viale della Primavera (66 alberi), via delle Orchidee (33 tra pini, ligustri e tigli), via degli Ontani (11 querce), viale Alessandrino (98 robinie comprese), poi via della stazione San Pietro, via delle Fornaci, via Santa Maria alle Fornaci, via Bacciarini, via Moricca e via di Valle Aurelia. E siamo solo all’inizio.
