giovedì 20 marzo 2003

La speculazione privata incombe su Villa Torlonia

Un’ombra sulla Casina delle Civette
Via Torlonia, nuova costruzione a ridosso del parco: ma esiste una trattativa
di Roberto della Rovere, Corriere della Sera, 2003

Una struttura «leggera», perfettamente inserita nell’ambiente, con una cubatura ridotta: esattamente la metà del casermone di quattro piani che è previsto dal vecchio progetto e che rischia, a breve, di sovrastare la Casina delle Civette, quel gioiello liberty che segna il confine di Villa Torlonia. È la proposta che si sta studiando tra Comune di Roma e proprietari del terreno nel tentativo di scongiurare uno scempio annunciato. Una storia che si trascina da trent’anni tra vincoli, ricorsi e controricorsi e che, nonostante le proteste del quartiere e degli ambientalisti, rischia di compiersi nel peggiore dei modi, con una sentenza del Consiglio di Stato che ha dato via libera ai lavori.

La società immobiliare Sic, (in pratica i fratelli Violante proprietari dell’Hotel Majestic in via Veneto) può così iniziare a costruire un palazzo per uffici e abitazioni su via Alessandro Torlonia. Eppure una soluzione extremis si potrebbe ancora trovare, come sottolinea lo stesso direttore dei lavori architetto Giorgio Tamburrini. Ovvero una permuta soddisfacente che consentisse ai proprietari attuali di recuperare il valore dell’area. «I rapporti con gli abitanti della strada sono ormai deteriorati - spiega ancora il professionista - credo che i proprietari a questo punto esaminerebbero una proposta che consentisse di uscire da questa posizione di stallo». Una soluzione caldeggiata anche dai Italia Nostra: «A questo punto l’unica via è quella di addivenire a uno scambio di aree. Accettando che al posto del vuoto sorga nell’area contesa una costruzione meno invasiva anche se di alto valore sociale» dice Vanna Mannucci, vice presidente della sezione romana di Italia Nostra.

C’è però un fattore economico non trascurabile. Dice Claudio Minelli, assessore al patrimonio: «Purtroppo ci trovimo di fronte a un valore immobiliare di permuta enorme. Di qui un grosso problema: se faccio permuta totale devo, anche per giustificare la spesa con la Corte dei Conti, a mia volta fare una struttura a sua volta costosa. E il bilancio del Comune è quello che è. L’unica strada è verificare se i proprietari sono disposti ad acconsentire di dimezzare la loro cubatura in attesa di una compensazione dell’altra metà. Ci aspettiamo naturalmente un progetto in totale armonia con l’ambiente».