mercoledì 3 agosto 2005

Anche la capitale avrà il suo museo della Shoah

Anche la capitale avrà il suo museo della Shoah
[A. Ci. ]
03-AGO-2005 Il Giornale cronaca Roma


Presto la Capitale avrà un museo della Shoah a cui sarà dedicata una struttura di quasi tremila metri quadri progettata dagli architetti Luca Zevi e Giorgio Tamburini. Sorgerà nei pressi di Villa Torlonia.

Il via libera è arrivato ieri dal consiglio comunale che ha approvato all'unanimità la delibera sulla permuta che permetterà l'acquisizione di quell'area.

Il Campidoglio prevede di arrivare a settembre ad una delibera di progettazione e di realizzazione del progetto.

Nel giro di diciotto mesi è prevista la costruzione del museo che, spiegano all'assessorato comunale al Patrimonio, sarà costituito da un edifìcio a limitato impatto ambientale sulla villa antistante e disporrà, secondo la volontà della Comunità Ebraica romana (che collaborerà alla realizzazione del progetto architettonico e contenutistico dell'opera), di grandi schermi che riporteranno racconti, immagini e testimonianze dei sopravvissuti allo sterminio nazi-fascista.

Agli architetti, Luca Zevi e Giorgio Tamburini, verrà affiancato un gruppo di lavoro (Comune di Roma e Comunità Ebraica) che studierà la fondazione e la più opportuna forma gestionale del Museo della Shoah.

Il valore finanziario della permuta approvata ieri dal consiglio è di circa 16 milioni di euro. Il Museo della Shoah verrà realizzato nell'ambito di un accordo di programma e avrà un valore di circa 6 milioni di euro.

La scelta dell'area per costruire il Museo, spiegano all'assessorato al Patrimonio, è stata motivata dalla prossimità delle uniche catacombe ebraiche in suolo pubblico, con le quali il museo sarà collegato.
A questo si aggiungono il valore simbolico della vicinanza con la residenza privata di Benito Mussolini (che durante il regime fascista - su invito del principe Giovanni Torlonia, pagando l'affitto simbolico di una lira al mese -pose la sua residenza nel villino principale nel cuore del parco sulla Nomentana utilizzandola dal 1925 al 1943); il valore ambientale che l'area assume per la città di Roma. Ed è per questo motivo, che in sede di progettazione verrà posta una particolare attenzione alla tutela ambientale e al sito catacombale.

«L'approvazione dell'acquisizione dell'area nei pressi di Villa Torlonia per il Museo della Shoah - hanno dichiarato i consiglieri Roberto Lovari e Beatrice Lorenzin, rispettivamente capogruppo e consigliere comunale di Forza Italia - è prova di una scelta di grande valore politico e ideale che condividiamo».
«È importante creare spazi culturali per far conoscere ai giovani nella capitale l'orrore dell'Olocausto e il valore della libertà - hanno continuato i due esponenti forzisti - speriamo che questo museo possa essere un luogo di incontro e di confronto tra le varie etnie religiose e un luogo di pace e di memoria».
La Cdl in Campidoglio ha votato sì al museo della Shoah in nome di una «memoria condivisa».

A sottolinearlo sono stati 0 capogruppo di An, Sergio Marchi, il vice presidente del consiglio comunale Fabio Sabbatani Schiuma (An) e il capogruppo di Forza Italia, Roberto Lovari. «Si tratta di un riconoscimento importante - commenta Marchi - di una delle pagine più tristi della nostra storia. Fa parte dì quella ricostruzione della memoria condivisa che vede la città di Roma giustamente protagonista, come già avvenne, qualche mese fa, sempre in Aula Giulio Cesare, ricordando i martiri delle Foibe».
Marchi sottolineando di «non voler fare alcun parallelismo con la Shoah», ha aggiunto che «è importante riconoscere la memoria comune uscendo così finalmente da quelle contrapposizioni ideo-logiche che hanno visto l'Italia protagonista di un'interminabile dopoguerra».
D'accordo il vicepresidente del Consiglio comunale Sabbatani Schiuma: «Abbiamo votato a favore - spiega - proprio perché oggi il sindaco Veltroni ha voluto ricordare anche i martiri delle Foibe e gli orrori della persecuzione comunista nei confronti degli esuli giuliani, fiumani, istriani e dalmati. Si tratta di due Olocausti di proporzioni diverse, ma pur sempre da ricordare».

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