mercoledì 17 dicembre 2014

Alla Dogana facciamoci il museo della Shoah

Mentre si vuole riempire uno spazio libero a Villa Torlonia con il Museo della Shoah, si vuole invece demolire un luogo sacro alla memoria della deportazione per farci supermercati e abitazioni: la Dogana di San Lorenzo.
Logica la domanda: perché fare il Museo della Shoah a Villa Torlonia, che con la Shoah non c’entra niente, e non invece alla Dogana di San Lorenzo, ristrutturando oltretutto un manufatto di archeologia industriale?
La petizione per salvare la Dogana è qui, sul sito sdogana.it : http://sdogana.it/petizione/



San Lorenzo si ribella: "Salvate la Dogana, stop al supermarket e ai nuovi palazzi"
I comitati contro la demolizione: "È storia, da qui deportati gli ebrei"
di CECILIA GENTILE





L'assessore all'Urbanistica Giovanni Caudo assicura al microfono che non c'è nessun progetto, nessun procedimento formale depositato. Ma non riesce affatto a tranquillizzare i residenti di San Lorenzo che affollano l'ex Dogana per sapere che cosa ne sarà di questo gigantesco complesso di archeologia industriale esteso per 23mila metri quadrati, che per tutto il '900 ha funzionato come scalo merci.

All'assemblea ci sono anche gli architetti della Cassa Depositi e prestiti, proprietaria della struttura. Fiutano l'aria che tira, perché anche dall'aria che tira dipende il futuro della struttura. Nelle intenzioni dell'istituto c'è vendere una parte della proprietà a Bernardo Caprotti, mister Esselunga, che vorrebbe aprire qui il suo primo supermercato nella capitale. Il resto sarebbero appartamenti e uffici. La trasformazione urbanistica passerebbe attraverso la demolizione.

"Non se ne parla, l'ex Dogana non si demolisce", ripetono cittadini e comitati riuniti nella "Libera repubblica di San Lorenzo". L'assessore Caudo annuncia che il 12 gennaio ci sarà l'ultimo appuntamento di un confronto che dura da un anno con i residenti per impostare insieme il progetto di recupero del quartiere: in quella data presenterà lo schema di assetto, poi ci saranno 30 giorni per le osservazioni, infine il documento arriverà in giunta ai primi di marzo. "Se non rinunciate a demolire la Dogana la passerella qui il 12 gennaio non ve la facciamo fare", scandisce un attivista al microfono. Seguono interventi concitati dalla platea. "La priorità non è il progetto del singolo edificio, ma costruire un quadro d'insieme per poi andare nel dettaglio", ribatte l'assessore. Ancora: "All'estero non hanno paura delle demolizioni". Frasi che per molti suonano inquietanti.

"L'ex Dogana non si può demolire, è un luogo di memoria  -  dice Gigliola, di "Progetto urbano San Lorenzo"  -  nello spazio esterno si è consumato l'epilogo del rastrellamento del Ghetto. Qui i 1022 ebrei furono stivati in 18 vagoni merci che li trasportarono ad Auschwitz". "Un supermercato ucciderebbe l'economia dei piccoli rivenditori di quartiere", spiega Sara Gainsforth. "Tutto il procedimento può essere viziato  -  c'è scritto in un volantino che i residenti distribuiscono in assemblea  -  chiediamo che venga sottoposto ai tre ispettori che si stanno occupando degli appalti nella capitale. È una forma di garanzia per la città".

"Qualsiasi progetto si confronterà con il territorio e i cittadini", promette Caudo. Accanto all'assessore siede il presidente del municipio Giuseppe Gerace: "Faremo una sintesi delle varie voci che arrivano dai cittadini", dice. 

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