Il monumento a rischio degrado. La Sovrintendente comunale, Maria Vittoria Marini Clarelli: "Lavoro comune per battere le disfunzioni"
di ARIANNA DI CORI
03 luglio 2019
Roma, Villa Torlonia, la responsabile dei musei: "Fateci gestire anche il parco"
"Meglio un luogo gestito bene, in ottime condizioni, piuttosto che una media delle ville dominata dalle disfunzioni". Nell'estate della più grande emergenza rifiuti di Roma, la Sovrintendenza capitolina si candida a gestire integralmente Villa Torlonia.
A lanciare il progetto è la Sovrintendente Maria Vittoria Marini Clarelli durante il suo intervento nell'ambito della due giorni su arte, architettura e spazio pubblico organizzata dal dipartimento Pianificazione, design, tecnologia dell'architettura della Sapienza, guidato da Laura Ricci.
La Sovrintendenza, che gestisce Casino Nobile e Casina delle civette, punta ad "adottare" tutto il parco, passando dalla cura del verde all'illuminazione, fino ai rifiuti. "Villa Torlonia può diventare un'incubatrice - continua Marini Clarelli - e il suo esempio potrà essere esteso ad altre ville".
Rimane l'incognita su come la Sovrintendenza gestirà de facto tutta la villa, considerati i noti problemi del Servizio Giardini, non in grado di garantire sempre lo sfalciamento dei prati divenuti giungle arroventate. Al di là dell'annuncio di Marini Clarelli non trapelano dettagli. L'idea nasce dall'esigenza di ricreare luoghi dignitosi tra il centro alla periferia. "Viviamo in una città con un clima che permette di stare all'aperto, e questo è fondamentale in un momento in cui i luoghi d'incontro sono sempre più rari", continua la Sovrintendente. Il progetto sarà portato avanti anche grazie alla collaborazione dei comitati di quartiere, e tutte le realtà di cittadini che operano sul territorio: una sorta di chiamata all'adozione di Villa Torlonia.
"Le ville sono luoghi in cui romani condividono i ricordi a prescindere da dove abitano - conclude Marini Clarelli - la storia sentimentale di ciascuno di noi è legato alle ville. Un patrimonio i cui costi di gestione al momento non sono compatibili con le disponibilità della città. L'unico modo è fare un lavoro comune".
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