IL CASO
Veleni chimici a Villa Torlonia
stop al cantiere del Museo della Shoah
Si procederà ora all'analisi del materiale chimico cristallizzato contenuto nei bidoni, per valutare tempi e modi della bonifica. Intanto è stata avviata un'indagine per individuare il periodo e i responsabili del pericoloso sversamento illegale
di LAURA SERLONI
Fusti tossici dentro Villa Torlonia
Stop ai lavori di scavo del Museo della Shoah, a Villa Torlonia. Gli operai durante le ispezioni propedeutiche hanno ritrovato una dozzina di fusti chimici che potrebbero essere nocivi. Materiale interrato completamente arrugginito che contiene dei liquidi che ormai si sono cristallizzati. Insomma una sorta di discarica abusiva nelle propaggini di uno dei polmoni verdi di Roma.IL RITROVAMENTO DEI FUSTI TOSSICI
LE IMMAGINI DELLA DISCARICA
Così nella notte sono intervenuti i vigili urbani e gli uomini del XII dipartimento per mettere i sigilli all'area che è ora sotto sequestro cautelativo. Si procederà ora all'analisi del materiale chimico cristallizzato contenuto nei bidoni, per valutare tempi e modi della bonifica. Intanto è stata avviata anche un'indagine per individuare il periodo e i responsabili del pericoloso sversamento illegale
“La scoperta di fusti metallici a Villa Torlonia è molto preoccupante -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, in merito alla notizia di una discarica abusiva di rifiuti chimici nel cantiere per il Museo della Shoah -. Lascia perplessi anche il silenzio sotto il quale la notizia
LE IMMAGINI DELLA DISCARICA
Così nella notte sono intervenuti i vigili urbani e gli uomini del XII dipartimento per mettere i sigilli all'area che è ora sotto sequestro cautelativo. Si procederà ora all'analisi del materiale chimico cristallizzato contenuto nei bidoni, per valutare tempi e modi della bonifica. Intanto è stata avviata anche un'indagine per individuare il periodo e i responsabili del pericoloso sversamento illegale
“La scoperta di fusti metallici a Villa Torlonia è molto preoccupante -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, in merito alla notizia di una discarica abusiva di rifiuti chimici nel cantiere per il Museo della Shoah -. Lascia perplessi anche il silenzio sotto il quale la notizia
è passata, nonostante sia stato disposto giustamente un sequestro cautelativo dell'area. Chiediamo al Comune di Roma la massima trasparenza e chiarezza, per comprendere a quale periodo risalgano quei fusti e come siano finiti in un'area così centrale e pregiata, individuando le responsabilità e punendo i colpevoli, ma anche garantendo che non ci siano pericoli per i cittadini.”
La discarica di vecchi fusti arrugginiti, sepolti in profondità, a pochi metri dalla Casina delle Civette di Villa Torlonia è emersa durante gli scavi nel cantiere del Museo della Shoah, e secondo quanto riportato si “procederà ora all’analisi del materiale chimico cristallizzato, per valutare tempi e modi della bonifica”. Secondo Metro, “l’area - dal 2008 di proprietà del Campidoglio - apparteneva in precedenza alla società Sic che l’aveva a sua volta acquistata nel 1972 dall’Istituto delle “Religiose adoratrici ancelle del S.S. Sacramento e della carità”. Nel 1973 erano stati avviati su quel terreno dei lavori di scavo e palificazione - continuati a più riprese fino al 2004 - in vista dell’edificazione di un immobile residenziale poi non realizzato.”
La discarica di vecchi fusti arrugginiti, sepolti in profondità, a pochi metri dalla Casina delle Civette di Villa Torlonia è emersa durante gli scavi nel cantiere del Museo della Shoah, e secondo quanto riportato si “procederà ora all’analisi del materiale chimico cristallizzato, per valutare tempi e modi della bonifica”. Secondo Metro, “l’area - dal 2008 di proprietà del Campidoglio - apparteneva in precedenza alla società Sic che l’aveva a sua volta acquistata nel 1972 dall’Istituto delle “Religiose adoratrici ancelle del S.S. Sacramento e della carità”. Nel 1973 erano stati avviati su quel terreno dei lavori di scavo e palificazione - continuati a più riprese fino al 2004 - in vista dell’edificazione di un immobile residenziale poi non realizzato.”
(15 febbraio 2012)
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