martedì 23 dicembre 2014

Due piccioni con una fava

Il crollo di un leccio sul lato disabitato di via Torlonia ha travolto anche uno dei cartelloni pubblicitari che la sfigurano. Due colpi in uno, la nostra strada è liberata da due degli elementi che la imbruttiscono.
Speriamo che anche gli altri lecci seguano la stessa sorte, o che il Comune ci tolga questo bosco che ci impedisce di guardare il cielo.

mercoledì 17 dicembre 2014

Alla Dogana facciamoci il museo della Shoah

Mentre si vuole riempire uno spazio libero a Villa Torlonia con il Museo della Shoah, si vuole invece demolire un luogo sacro alla memoria della deportazione per farci supermercati e abitazioni: la Dogana di San Lorenzo.
Logica la domanda: perché fare il Museo della Shoah a Villa Torlonia, che con la Shoah non c’entra niente, e non invece alla Dogana di San Lorenzo, ristrutturando oltretutto un manufatto di archeologia industriale?
La petizione per salvare la Dogana è qui, sul sito sdogana.it : http://sdogana.it/petizione/



San Lorenzo si ribella: "Salvate la Dogana, stop al supermarket e ai nuovi palazzi"
I comitati contro la demolizione: "È storia, da qui deportati gli ebrei"
di CECILIA GENTILE





L'assessore all'Urbanistica Giovanni Caudo assicura al microfono che non c'è nessun progetto, nessun procedimento formale depositato. Ma non riesce affatto a tranquillizzare i residenti di San Lorenzo che affollano l'ex Dogana per sapere che cosa ne sarà di questo gigantesco complesso di archeologia industriale esteso per 23mila metri quadrati, che per tutto il '900 ha funzionato come scalo merci.

mercoledì 5 novembre 2014

Il cartello nuovo!

Incredibile ma vero, un nuovo cartello ha sostituito quello apposto nel 1971, quando furono aperti i controviali di Via Nomentana. Lo hanno fatto UGUALE, cioè poco chiaro. I pali storti sono quelli di prima, e rispetto al passato ci sono ora i lecci che lo rendono praticamente invisibile. Vediamo quanto dura? 


 

Cartello d'annata, 1971

mercoledì 15 ottobre 2014

Niente, non c'è speranza...

Si noti come, senza un filo di ironia, Repubblica riporta che il CDA di una fondazione privata ha preso delle decisioni sull’Urbanistica di Roma….

Museo Shoah di Roma a Villa Torlonia, i lavori entro gennaio 2015
Lo ha deciso il cda della fondazione. Ora il Comune provvederà all'apertura delle buste per determinare chi dovrà aggiudicarsi la gara
Lo ha deciso, all'unanimità, il collegio dei fondatori della Fondazione Museo della Shoah. Adesso il Comune provvederà all'apertura delle buste per determinare chi dovrà aggiudicarsi la gara. L'obiettivo è iniziare i lavori al più presto, entro gennaio 2015. La Casina dei Vallati, offerta da Roma come sede della Fondazione Museo della Shoah, verrà resa disponibile per la formazione di studenti e professori e come ulteriore sede espositiva. 

lunedì 29 settembre 2014

La Comunità ebraica: "Meglio l'Eur, inaccettabile Villa Torlonia"

Che dire, w la comunità ebraica!
E qualcuno (Corte dei Conti?) chieda conto al Comune dei 15 milioni REGALATI
all'arch. Luca Zevi senza concorso....

__________
Shoah, scontro sul museo. La Comunità ebraica insorge: "Meglio l'Eur,
inaccettabile Villa Torlonia"
Il presidente Pacifici: "Se il Comune non ci ascolterà usciremo dalla
Fondazione". Ma per realizzare la sede nel parco sulla Nomentana il Comune
ha già speso 15 milioni con tanto di progetto dell'architetto Luca Zevi

domenica 28 settembre 2014

Oddio ci risiamo, il museo a Villa Torlonia!

Decisamente la classe politica romana batte ogni record di incoerenza logica
e di incapacità decisionale. Tutta questa ammuina, ma i soldi non ci sono...

La sede del museo della Shoah:
il Comune sceglie Villa Torlonia
Domenica pomeriggio il cda decisivo della Fondazione Campidoglio
L'avvocatura: rischioso cambiare luogo. Forse all'Eur sarà allestita la sede
provvisoria
di Alessandro Capponi

Altro che Museo della Shoah, Villa Torlonia è in abbandono!!!

Sos giardini storici, sepolti da erbacce e tronchi abbandonati
Nel degrado le ville Borghese, Torlonia e Paganini. Rifiuti, melma nelle
fontane e monumenti nell'incuria
di GIULIA CERASI


28 settembre 2014
Repubblica


Le erbacce infestano i giardini di Villa Borghese, i tronchi e i rami
spezzati dal maltempo aspettano, da ben tre mesi, di essere portati via da
Villa Torlonia, i cumuli di foglie secche svettano sui prati di Villa
Paganini. La scarsa manutenzione non colpisce solo le aiuole e gli
spartitraffico: anche nei parchi della capitale, frequentati ogni giorno da
migliaia di romani e turisti, è emergenza verde.

...

Altro parco altra scena di degrado. Il nubifragio che lo scorso 16 giugno si
è abbattuto sulla capitale ha fatto una vera e propria strage di alberi,
tanto che a Villa Torlonia è stata chiusa al pubblico per diversi giorni. A
tre mesi di distanza, però, i fusti secolari spezzati sono ancora tutti là.
Davanti al Tempio di Saturno, nel campo da tornei, di fronte al Casino dei
Principi. Il boschetto dopo la Casina delle Civette è delimitato da decine
di transenne: dietro i rami abbattuti dal maltempo giacciono dimenticati
formando una giungla intricata e pericolosa. Superando il laghetto, pieno di
alghe e melma, si arriva al Teatro. Un tronco di pino alto decine metri,
cadendo, ha distrutto la recinzione permettendo a chiunque di entrare. Il
tour tra il verde abbandonato finisce a Villa Paganini. Cumuli di foglie
secche, ammucchiate in più punti del parco, aspettano di essere raccolti,
mentre la fontana in fondo alla villa è recintata con il tradizionale nastro
arancione che contraddistingue i cantieri: un pilastro è caduto travolgendo
un operaio. Era il 26 luglio.

martedì 9 settembre 2014

Aridalli con Villa Torlonia !!!!

mEMORIA IL COMUNE: NON SI ESCLUDE ALCUNA IPOTESI. PACIFICI: ASCOLTARE I SOPRAVVISSUTI

Museo della Shoah, ore decisive
Sede provvisoria, poi Villa Torlonia

Giovedì il Consiglio della comunità ebraica. Pacifici: «Decidono i sopravvissuti, al di là delle regole». Il Campidoglio teme il danno erariale per i milioni spesi e stanziati

di Al. Cap.

 

shadow

Giovedì il Consiglio della comunità ebraica romana si riunirà, a porte aperte, e dopo il dibattito - al quale parteciperà anche il progettista Luca Zevi - voterà la linea, l’indirizzo, per il presidente della Fondazione. E se Riccardo Pacifici pare tirare dritto sull’ipotesi Eur - «io farò quello che chiederanno i nostri sopravvissuti, al di là di quello che vogliono dirci le regole della burocrazia, l’opportunità politica, il rispetto certamente anche del lavoro fatto da tanti» - dal Comune, adesso, fanno sapere che «tutte le ipotesi rimangono in piedi». Inclusa quella, allo stato forse più probabile, di una soluzione «provvisoria» per il Museo della Shoah all’Eur in attesa della definitiva realizzazione di Villa Torlonia. 

Ipotesi, al momento, visto che il dibattito è aperto anche all’interno della stessa comunità ebraica: di certo, dopo la pubblicazione della notizia sul Corriere , sono state molte le prese di posizione. Interne ed esterne alla comunità: da Gad Lerner al senatore Manconi, dai costruttori dell’Acer all’ordine degli Architetti, che ieri ha rivolto un appello al Campidoglio affinché non solo il museo di Villa Torlonia ma anche altri progetti (dalla città dello sport di Calatrava alla Nuvola di Fuksas) non vengano accantonati. In ogni caso, la discussione è aperta: di certo tra la base della comunità è opinione diffusa che fare il museo in tempi brevi significherebbe garantire ai sopravvissuti la possibilità di vederlo realizzato. Lo dice lo stesso presidente Riccardo Pacifici: «Avendo ascoltato molti sopravvissuti io so quanto loro tengano alla possibilità di vedere il Museo. Su questo l’amministrazione comunale sta ragionando». Il progettista Luca Zevi: «Io rispetto la posizione dei sopravvissuti, per questo credo sia giusto indicare una sede provvisoria per il museo da utilizzare finché non verrà ultimata quella definitiva, a Villa Torlonia». In Comune, dunque, si riflette: ma il rischio di incorrere in un danno erariale (15 milioni spesi per il terreno, oltre venti già stanziati e fuori dal patto di stabilità) sembra adesso infastidire non poco il sindaco Ignazio Marino. 

9 settembre 2014 | 11:53

 

lunedì 1 settembre 2014

Sempre più grosso il pasticcio Museo della Shoah:

"Niente villa Torlonia. In 3mila metri all'Eur il Museo della Shoah"

Rischia di tramontare il progetto voluto da Veltroni. Comune e comunità studiano la nuova soluzione

di GABRIELE ISMAN e GIOVANNA VITALE Repubblica 1/9/2014

"E' molto più di un'ipotesi: il Museo della Shoah si farà all'Eur, in piazzale Marconi, dove sta l'obelisco, ha presente? Sorgerà su 3mila metri quadrati di nostra proprietà e sarà il più grande d'Europa: perciò siamo molto felici di ospitarlo, soprattutto in questo momento di grande tensione per il popolo ebraico". Pierluigi Borghini, presidente di Eur spa, conferma dal Brasile le indiscrezioni circolate in queste ore: il Campidoglio avrebbe deciso di cancellare il progetto avviato da Veltroni, la costruzione di un grande memoriale dell'Olocausto a Villa Torlonia, per allestirlo nel Palazzo Mostra dell'Arte Moderna, più precisamente sui due piani che oggi ospitano la White Gallery, lussuoso megastore in procinto di chiudere i battenti. E pazienza se non sarà, come sostiene Borghini, il più grande d'Europa: il Jüdisches Museum realizzato nella parte ovest di Berlino dal geniale Daniel Libeskind si sviluppa infatti su cinque piani per circa 15mila metri quadri (anche se poi la superficie espositiva complessiva è di 3mila).

Un'operazione ardita, condotta in gran segreto dall'assessore ai Lavori Pubblici Paolo Masini con alcuni esponenti della comunità ebraica romana, che però rischia di trasformarsi in un pasticcio. Perché se è vero che la fretta è dettata dalla necessità di venire incontro ai desideri degli ultimi sopravvissuti, che da anni aspettano di tradurre un sogno in realtà, diverse sarebbero le controindicazioni. Intanto perché la gara d'appalto per edificare il Museo della Shoah su via Alessandro Torlonia è ormai arrivata alle battute finali (manca solo il nome dell'impresa vincitrice); poi perché il Comune ha già speso la bellezza di 15 milioni per acquisire l'area accanto alla residenza di Mussolini, a due passi dalle catacombe ebraiche; infine perché i 21,7 milioni che il governo Monti escluse dal patto di stabilità e la Cassa depositi e prestiti era pronta a erogare a Roma Capitale (che li aveva regolarmente iscritti in bilancio) per far fronte ai costi dell'opera non sarebbero più utilizzabili. Mandando in fumo 9 anni di progetti, varianti urbanistiche e tanti soldi.

Ma per l'assessore Masini il fattore tempo pare sia determinante. Tutto dev'essere pronto per il 27 gennaio 2015, settantesimo della liberazione di Auschwitz, dove 1024 ebrei romani (tra cui 200 bambini) vennero deportati nel famoso raid dell'ottobre '43. Solo utilizzando uno spazio già esistente, anziché costruire (in 24 mesi) l'avveniristico cubo nero progettato dagli architetti Zevi e Tamburini, ci si può riuscire. Anche a costo di pagare penali salatissime e affrontare ricorsi milionari: tutte eventualità che il Campidoglio ha già messo in conto. Tant'è che avrebbe promesso al presidente della comunità ebraica, Riccardo Pacifici, la consegna delle chiavi della nuova struttura entro questo mese. "Se così sarà, il museo di Villa Torlonia si può considerare definitivamente archiviato", spiegano alla comunità ebraica.

La grande mostra sulle liberazioni dei campi di sterminio, con inaugurazione prevista per il 27 gennaio 2015, si terrà dunque all'Eur, nel Palazzo Mostra dell'Arte Moderna: sarà la prima del nuovo Museo della Shoah, coincidente con la sua inaugurazione. E pazienza se più che nuovo, il museo sarà riciclato: in fondo anche in Europa hanno fatto questa

 

 scelta, allestendo le esposizioni sull'Olocausto in edifici storici (vedi Parigi) o non esclusivi (a Londra è collocato all'interno e costituisce una sezione dell'Imperial War Museum). Roma farà lo stesso: aspettare altri 2 anni, per la giunta Marino, sarebbe stato troppo tardi.

 

Il Museo della Shoah all'EUR

Il Museo della Shoah non si farà a Villa Torlonia. Questa è una bellissima notizia. Abbiamo contestato il progetto per la sua assurdità sotto il profilo urbanistico, per l’impatto che avrebbe avuto su Villa Torlonia e sul vicinato. Risolto l’assurdo problema della location, Roma avrà un degno Museo del Genocidio, in uno spazio auspicabilmente significativo. Adesso occorre vigilare affinché lo spazio non torni ad essere preda della speculazione edilizia.




MEMORIA LA TESTIMONIANZA
Museo della Shoah all’Eur L’inaugurazione nel 2015
Addio al progetto a Villa Torlonia: «Troppo lento». Appelli affinché l’inaugurazione sia 27 gennaio dell’anno prossimo, 70° anniversario della liberazione di Auschwitz
di Alessandro Capponi
7
Il
s
ROMA - L’obiettivo è l’inaugurazione il 27 gennaio 2015, anniversario della liberazione di Auschwitz (nel 1945, dalle armate sovietiche): manca ancora l’ufficialità ma le intenzioni del Campidoglio sono chiare, addio alla villa del Duce e Museo della Shoah destinato all’Eur, in uno spazio grande il triplo - in fatto di metri quadrati - di quello previsto in Villa Torlonia. Il progetto è rimasto fin qui segreto perché nelle intenzioni dovrebbe essere presentato con una conferenza stampa, ma l’accordo tra le parti - e cioè dei membri del cda della Fondazione (Comune, Provincia, Regione, Comunità ebraica) c’è già: fondamentalmente, benché il progetto di Villa Torlonia abbia superato gli ostacoli più ardui e la commissione debba solamente procedere solamente a decretare il vincitore, la strategia è quella di non aspettare oltre, e di regalare anche alla capitale d’Italia il Museo della Shoah.

mercoledì 20 agosto 2014

No al Cemento a Villa Torlonia


A: @repubblica.it'
Oggetto: No al Cemento a Villa Torlonia

Leggiamo su Repubblica delle pressioni per iniziare i lavori del Museo della Shoah a Villa Torlonia.
Come residenti, non abbiamo alcuna obiezione contro il Museo della Shoah, ma ci siamo sempre espressi contro qualunque colata di cemento all’interno della Villa, in uno spazio che è stato miracolosamente salvato dalla speculazione edilizia. Anche se è ‘a fin di bene’, sempre cemento è, a due passi dalla Casina delle Civette.
Non esiste nessuna valutazione di impatto ambientale sul progetto, che è stato affidato senza concorso all’architetto Luca Zevi.
Abbiamo anche proposto che il Museo della Shoah venga edificato in un luogo più significativo, come la Stazione Tiburtina.
Aiutateci a sventare questo scempio!

Comitato residenti Via Torlonia

lunedì 21 luglio 2014

Il 62 a Stazione Tiburtina

Diciamo la verità, quando ATAC parla di razionalizzazione, la pelle si accappona. Ma una volta tanto, c'è una novità positiva: il prolungamento del 62 da Piazza Bologna alla stazione Tiburtina, dal 21 luglio 2014.

Si mette fine così a un errore storico, quando nel 1990 - in occasione dell'apertura della Metro B - fu soppressa la linea 63 (Tiburtina - Bologna - Via Torlonia -  Via XX settembre).

Il nuovo 62 - come si vede nella mappa - diventa una opportuna linea diametrale che attraversa in larghezza tutto il Nomentano.

Se ne sentiva il bisogno!

mercoledì 22 gennaio 2014

lunedì 20 gennaio 2014

Museo della Shoah, c'è già il cda della Fondazione

Museo della Shoah, nel cda della Fondazione anche Marino e Veltroni


​Nel corso della riunione dell’assemblea dei soci della Fondazione del Museo della Shoah, che si è tenuta oggi in Campidoglio, si è proceduto al rinnovo degli organi costitutivi. Nell’occasione, il sindaco di Roma Ignazio Marino è stato nominato Presidente del Collegio dei Fondatori e vice presidente del Consiglio di Amministrazione. Sono stati inoltre indicati quali membri del CdA: Riccardo Carpino (commissario straordinario della Provincia di Roma); Renzo Gattegna (Presidente U.C.E.I.); Riccardo Pacifici (Presidente comunità ebraica di Roma); Walter Veltroni (già sindaco di Roma); Nicola Zingaretti (Presidente della Regione Lazio). Leone Elio Paserman, già Presidente della Comunità Ebraica di Roma, è stato nominato presidente del CdA della Fondazione.

«Gli obiettivi della Fondazione del Museo della Shoah sono fondamentali per mantenere viva la memoria della nostra città e del Paese – ha dichiarato il sindaco di Roma Ignazio Marino – il progetto del Museo è un modo concreto per trasmettere alle generazioni future la storia e gli orrori della Shoah, affinché quella tragedia non si ripeta mai più».

Venerdì 17 Gennaio 2014 - 18:38
Ultimo aggiornamento: 18:39
Il Messaggero